L’arrivo del Covid ha bloccato il mondo del calcio, lo sport più popolare e con i maggiori interessi economici in ballo ha dovuto piegarsi alla pandemia. Adesso che si sta ripartendo lentamente, gli interrogativi riguardano l’organizzazione e il rispetto dei vari protocolli emanati dalla federazione.
Ma quale è il vero futuro del calcio? Soprattutto nei settori giovanili e nel mondo dilettantistico, due settori fortemente colpiti dal virus, che ha svelato tutta la loro fragilità e insostenibilità economica. Eppure il panorama dilettantistico e i nostri ragazzi rappresentano il substrato sociale fondamentale del sistema.
Appassionati, tifosi, giocatori di provincia sono loro i primi protagonisti del nostro calcio, allenatori del lunedi, ultras social e scommettitori seriali. Tutto ciò che gira attorno al calcio nasce dalla loro passione, ecco il perché della popolarità di questo sport.
Allo stesso tempo, è anche vero che molti dilettanti sono professionisti prestati a questo mondo, e per questo hanno diritto a essere tutelati e riconosciuti. Gli stessi atleti infatti sono chiamati a rispettare degli orari delle società, delle norme di comportamento e possono incorrere in sanzioni economiche, tuttavia secondo le N.O.I.F. “per tutti i calciatori non professionisti è esclusa ogni forma di lavoro, sia autonomo che subordinato”.
Una cosa è sicura, lo stop ha fatto riflettere in molti, dirigenti, allenatori, giocatori giovani e non. Sarà possibile un futuro con dei contratti per giocatori dilettanti? Maggiori tutele in caso di infortunio?
Se così non fosse la probabilità è che molti appassionati che animano i campi di provincia abbandonino questo mondo. Noi speriamo di no.
Appassionato di sport e comunicazione, istruttore Uefa C e autore di FareCalcio, blog realizzato per discutere e trattare temi sportivi, soprattutto legati al calcio giovanile, dilettantistico e non solo.